Incredibilmente certi tipi di notizie passano sempre sotto silenzio.... ma sul sito della LSDI ho trovato questo interessantissimo articolo. Riporto solo la parte che mi ha colpito di più, ma se volete leggerlo tutto (è un pò lunghino), potete andare qui.
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Di Andrea Fama
Di immigrazione si parla poco e male, dicevamo. A ulteriore conferma di questa evidenza giunge una rilevazione dell’ Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali – UNAR,
secondo cui nel corso del 2011 su un campione di 1.000 casi il 22,4% ha
riguardato il settore dei media (rispetto al 12,4 % delle 373
istruttorie registrate nel 2009) e di questi l’84% è relativo a
fenomeni di xenofobia o razzismo sul Web.
Stesso risultato per la ricerca Minorities Stereotypes on Media – Mister Media,
un progetto nato dalla collaborazione tra il Centro d’Ascolto
dell’Informazione Radiotelevisiva e il Dipartimento di Comunicazione e
Ricerca Sociale dell’Università La Sapienza, con il supporto di Open
Society Foundation.
Dal monitoraggio dell’offerta informativa radiotelevisiva – 7153 tra
servizi Tg o Gr, trasmissioni tv o radio andati in onda dal 1 luglio al
31 dicembre 2010 e dal 1 aprile al 30 giugno 2011- emerge come migranti e
rom (unitamente ad altre minoranze) balzino agli ‘onori’ delle cronache
soltanto quando queste si tingono di nero. “L’esito finale che spesso
ne deriva è la proliferazione di argomenti simili, caratterizzati da linguaggi ripetitivi, capaci di alimentare e perpetuare luoghi comuni e stereotipi” è quanto si legge nel rapporto (vedi il tag @AllertaCliché).
A suggellare il tutto si aggiunge il report 2012
della Commissione contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) del
Consiglio d’Europa, secondo cui i media italiani – con particolare
riferimento alla stampa più autorevole e ai programmi Tv in prima serata
– trattano gli immigrati con sensazionalismo xenofobo da prima pagina,
associandone la percezione a fenomeni di insicurezza. Nel report – che
evidenzia le stesse problematiche nel linguaggio dei politici e della
Rete – si invitano le istituzioni a lavorare affinché i media non
contribuiscano a creare un atmosfera di ostilità e rifiuto, senza per
questo interferire nella loro indipendenza editoriale.
I media italiani promuovono dunque la creazione di una ‘coscienza multirazzista’ piuttosto che l’auspicata ‘coscienza multirazziale’ alla base del processo di integrazione dei migranti.
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