Si costruisce il mini-minareto sul tetto
Un imprenditore contesta, a modo suo, il referendum anti-Islam: «È un segnale di pace e di tolleranza»
Il mini-minareto svizzero
MILANO - La Svizzera ha detto no a nuovi minareti nel controverso referendum di due settimane fa. Non solo politici, intellettuali e la Chiesa, oltre alla popolazione musulmana elvetica, hanno criticato duramente il risultato dell'iniziativa popolare. Anche a molti comuni cittadini questa decisione proprio non è andata giù. Tanto che un piccolo imprenditore, per protesta, si è costruito un suo mini-minareto sul tetto.
Guillaume Morand, 46 anni, gestisce una catena di 13 negozi di scarpe, la «Pomp it up», in Svizzera. Non è musulmano. Ciononostante, dopo il divieto di costruire nuovi minareti nel Paese uscito chiaramente dalle urne nella recente consultazione del 29 novembre scorso, il piccolo imprenditore si è fatto mettere sul tetto della sua sede centrale di Bussigny presso Losanna un suo personale minareto. Alto sei metri è ben visibile dalla trafficata autostrada A1 Losanna-Ginevra. Non è un vero minareto, anche perché sotto di esso non c'è nessuna moschea. «In Svizzera non abbiamo nessun problema con i musulmani. Con il referendum ne abbiamo creato uno», ha sottolineato lo svizzero che con la torre eretta sul suo tetto non ha nessuna intenzione di provocare. «E' un segnale di pace e di tolleranza verso i musulmani», ha spiegato Morand. Le reazioni, riferiscono i media svizzeri, sono state pressoché tutte positive. Per La Svizzera questo è il quinto minareto.
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